Droni: futuro da "film di fantascienza", il trasporto delle persone è davvero così lontano?

Sono in molti a credere che il vero ramo di ricerca e sviluppo dei droni sia quello destinato al trasporto di cose e persone. Ehang e Airbus Skyways gli esempi più recenti.

Il recente lancio mondiale del nuovo Mavic Air da parte del colosso cinese Dji, e l’esplosione di vendite commerciali (e relativi utilizzi) di aeromodelli inferiori a standard di peso stabilità, che ne consentono un impiego a 360° (quelli che in Italia, per capirsi, vengono comunemente chiamati trecentini) sembrerebbero lasciar intendere che il mercato mondiale dei droni si stia dirigendo verso una “miniaturizzazione” dei prodotti, commerciali e professionali.

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• Articolo di: Paolo Giomi
• Specializzato nell'utilizzo degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto nella professione giornalistica e nel mondo della comunicazione.

Eppure sono ancora in molti a credere che il vero ramo di “ricerca e sviluppo” (e quindi di business) al quale mirano i giganti mondiali dell’aeronautica sia quello che, all’immaginario collettivo, risulta essere più “fantascientifico”, ovvero quello della realizzazione di autentiche macchine volanti. Non solo per il trasporto delle persone, ma anche delle “cose”.

Una teoria che trova parziale conferma in due eventi ravvicinati che hanno animato appassionati del settore e non all’inizio del mese: il primo volo di un Apr in grado di trasportare una persona a bordo, e il primo volo dimostrativo di un “aeromobile merci”. Entrambi gli esperimenti sono stati portati a termine con successo, alimentando le prospettive di un futuro ancora lontano, forse, ma non così tanto. E’ ancora una volta l’Oriente, e precisamente la porzione di mondo tra Cina e Singapore, il teatro di questi due grandi traguardi, arrivati praticamente a 48 ore di distanza l’uno dall’altro.

Nel primo caso l’azienda cinese Ehang ha completato con successo il primo volo del drone denominato “184”, al termine di un lavoro durato 4 anni e migliaia di test. L’aeromobile, alzatosi in aria per pochi minuti, ha trasportato un intrepido volontario per un breve tratto aereo, il tutto in maniera autonoma. Il drone, totalmente elettrico, può infatti trasportare una singola persona fino a 15 chilometri di distanza, o per circa 20 minuti di volo, ed è progettato per volare anche in condizioni meteorologiche estreme.


Il passeggero non sarà alla guida, ma si godrà semplicemente il volo, che potrà raggiungere i 130 km/h. “Aiuterà le persone a evitare il traffico cittadino - ha rivelato alle agenzie di tutto il mondo Derrick Xiong, co-fondatore del drone - ma potrà essere utilizzato anche in situazioni di emergenza, come per il trasporto dei pazienti negli ospedali”. Il velivolo è in grado di decollare autonomamente, percorrere la rotta, percepire eventuali ostacoli e atterrare. In caso di pericolo, un pilota umano potrà sempre intervenire da remoto. Il video dell’esperimento rilasciato dalla società e pubblicato su Youtube, in pochi giorni ha quasi raggiunto il milione di visualizzazioni. Passano appena 3 giorni e dall’Università Nazionale di Singapore arriva il completamento del primo volo dimostrativo del drone Airbus Skyways, ideato e progettato per il trasporto merci. Il velivolo, durante l’operazione, ha caricato e scaricato in maniera autonoma – senza l’ausilio di alcuna persona – un pacco. Pacco che potrà avere un peso compreso tra i due e i 4 kg. 

Il progetto mira a sviluppare un sistema di trasporto aereo senza pilota in grado di superare l’ostacolo del traffico in grandi centri abitati, e il fatto che dietro alla ricerca ci sia un colosso mondiale come Airbus testimonia come sia alto l’interesse su un settore in grande fermento. E con potenzialità di espansione enormi. Certo, sarà assai più probabile, nell’immediato futuro, vedere sopra le nostre teste droni dedicati al trasporto merci che droni con persone a bordo. Ma oggi più che mai quel futuro immortalato magnificamente da Ridely Scott in Blade Runner all’inizio degli anni ’80 non appare più così lontano...