DJI condanna l'episodio del drone sull'aeroporto di Londra Gatwick

Chiediamo ai nostri utenti di volare in modo legale e responsabile rispettando le esigenze della sicurezza aerea. L'appello della DJI a seguito dell'episodio dell' aeroporto di Gatwick.

Il 2 luglio un drone visto volare nei pressi dell' aeroporto di Gatwick ha causato la chiusura precauzionale della pista per ben due volte, una della durata di 9 minuti e l'altra di 5 minuti. Notevoli i disagi alla circolazione aerea con parecchi velivoli costretti a volare in circolo in attesa della riapertura dello scalo e con alcuni voli dirottati su altri aeroporti, come quello di Stansted.

Sulla vicenda è intervenuta poche ore fa la DJI che, tramite una nota diramata da Barbara Stelzner, Corporate Communication Director DJI Europe, ha condannato fermamente questo episodio offrendo collaborazione alle autorità.

"DJI, leader mondiale di droni civili e tecnologie per le immagini aeree, prende molto seriamente il rapporto in cui viene indicato un drone come possibile causa della chiusura temporanea dell'aeroporto di Gatwick di Londra, domenica 2 luglio, per aver volato troppo vicino alla pista. Negli incidenti passati, i rapporti che in un primo momento indicavano i droni come causa si sono poi rivelati falsi. Tuttavia, prendiamo seriamente questo rapporto e siamo pronti ad offrire assistenza alle autorità mentre indagano su questo incidente.

Come produttore leader mondiale di piattaforme aeree facili da pilotare, DJI condanna fermamente l'uso non sicuro di questa tecnologia nelle zone in cui possono interferire con le normali operazioni del traffico aereo. Il sistema geofencing basato su GPS di DJI avverte i piloti dei droni non autorizzati di non volare nei pressi di Gatwick e di altri aeroporti. 

DJI  è stato il primo produttore di droni civili ad integrare il geofencing nei propri prodotti, fin dal 2013. Questa tecnologia fornisce informazioni e avverte gli operatori in base alla posizione del drone e in alcuni luoghi impedisce automaticamente il volo del drone disattivando i motori prima del decollo o fermando il drone in arrivo all'esterno della zona designata come NO FLY ZONE senza farlo entrare. Le No Fly Zone comprendono gli aeroporti, i luoghi in cui si svolge un’attività di aviazione temporanea, le zone di emergenza in ausilio alle catastrofi o i luoghi che sollevano seri problemi di sicurezza nazionale. Gli esempi comprendono edifici governativi altamente sensibili, centrali nucleari, carceri importanti e alcune zone temporanee istituite durante gli eventi sportivi più importanti e gli altri eventi speciali sensibili alla sicurezza.

DJI fornisce anche le migliori condotte da seguire agli operatori UAV tramite il nostro sito FlySafe, nonché i collegamenti diretti ai siti web delle autorità di regolamentazione nazionali. Forniamo anche delle avvertenze che compaiono nell'applicazione DJI GO, che gestisce i nostri droni, ricordando agli utenti le pratiche basilari di volo sicure.

Con già milioni di droni in aria in tutto il mondo, DJI continua ad innovare con nuove tecnologie per migliorare ulteriormente la sicurezza aerea. Nonostante le risorse consultive e didattiche che DJI ha messo in atto, chiediamo ai nostri utenti di assicurare il funzionamento sicuro e legale delle proprie apparecchiature ovunque essi siano e ci aspettiamo che tutti i nostri clienti volino in modo responsabile e che rispettino le esigenze di sicurezza che vengono evidenziate nei sistemi di geofencing di DJI.

DJI continuerà a lavorare insieme ai regolatori per aiutare i nostri utenti a comprendere il funzionamento sicuro e legale della tecnologia aerea. Continuiamo inoltre a sostenere i governi nella creazione di un quadro normativo che promuova i cieli sicuri, aperti anche al potenziale innovativo dei sistemi aerei senza equipaggio."