In vista del Regolamento Europeo Droni che sostituirà il regolamento italiano è tempo di bilanci sulla funzione regolatrice svolta da ENAC in questi anni su questi mezzi pilotati in remoto. Ecco il nostro parere.
Il 1 luglio 2020, quando in Italia dovrà essere applicato il Regolamento Europeo, ENAC perderà definitivamente la competenza sui droni. Tutti, anche quelli da 0 a 150kg. Per effetto della legge CE 2019/247, a partire dal 1 luglio 2020 ad ENAC per quanto riguarda i droni resterà la facoltà di determinare gli spazi aerei e la funzione di oversight e controllo. E' quindi il tempo giusto per fare un bilancio sulla funzione regolatrice svolta da ENAC sui droni in questi anni.
Quando il 16 dicembre 2013 ENAC aveva pubblicato il primo regolamento che li disciplinava, i mezzi pilotati in remoto che oggi chiamiamo droni volavano nei cieli già da qualche anno con l'iconico DJI Phantom ( Phantom 1 novembre 2012, Phantom 2 nel 2013) in testa alle classifiche di vendita in tutto il mondo. All'epoca il regolamento italiano sui droni, annunciato diversi mesi prima sotto forma di bozza in consultazione, da molti veniva visto come la fine dei droni in Italia mentre da altri veniva considerato come un'opportunità di sviluppo, con regole certe e possibilità di investimenti.
Oggi, a distanza di 6 anni possiamo affermare che nessuna delle due fazioni ha avuto ragione. Le vendite dei droni sono incrementate in modo quasi esponenziale anno dopo anno, trainate dai prodotti consumer della DJI affiancati progressivamente dai mezzi per le applicazioni professionali, e le opportunità di sviluppo con gli investimenti nel medio e lungo termine sono andate a farsi friggere, almeno in gran parte ed in Italia.
Qualcuno all'inizio ci aveva provato, ad esempio investendo una marea di soldi per fare certificare aeronauticamente droni per ottenere il permesso di volo in scenari urbani, ma un regolamento ENAC droni partito durissimo per poi essere ammorbidito anno dopo anno ha spazzato via qualsiasi velleità di investimenti seri.
I cambiamenti del regolamento ENAC droni dal 2013 ad oggi |
Ricordiamo la prima versione del regolamento ENAC di fine 2013, praticamente le uniche operazioni realizzabili erano quelle non critiche che dovevano essere condotte in V70 con un'altezza massima di 70m e una distanza massima dal pilota di 200m. Come se non bastasse, i voli dovevano essere condotti fuori dallo spazio aereo controllato, quindi vietate anche le CTR, e come oggi ad almeno 150m da aree congestionate e 50m da persone non sotto il controllo diretto dell'operatore. Per le operazioni critiche si doveva ottenere un'autorizzazione praticamente impossibile da ENAC sia sul mezzo che sul pilota. In pratica si potevano svolgere operazioni professionali nel deserto, dove i droni non avevano utilità se non per i primi esperimenti in agricoltura di precisione e poco più.
Come detto sopra, qualche costruttore ci aveva provato ad investire somme considerevoli per far certificare il proprio drone per le operazioni critiche e ci era anche riuscito, come Aermatica con Anteos, tuttavia poco dopo con l'introduzione degli Scenari Misti con la famosa zona franca le operazioni critiche furono concesse un po' a tutti i droni anche se veniva comunque richiesto un doppio sistema terminazione e i voli non dovevano durare più di 10 minuti. Risultato: Aermatica con il suo Anteos supercertificato fallita a distanza di poco tempo.
Discorso simile per le decine di realtà presenti alla prima fiera dedicata ai droni realizzata in Italia, Roma Drone Expo&Show del 2014. Tanto entusiasmo e voglia di fare andato esaurito nel corso del tempo. Molte di quelle aziende espositrici non le abbiamo più viste nel mondo dei droni, sostituite da altre realtà nelle edizioni successive che poi abbiamo visto eclissarsi allo stesso modo fino a decretare un grosso ridimensionamento delle stesse fiere dedicate ai droni per mancanza di espositori.
E che dire di tutto l'impianto voluto da ENAC per l'addestramento del pilota, Scuole di Volo che dopo l'investimento iniziale per nascere nel 2014 hanno dovuto re-investire e spendere soldi per adeguarsi alla riforma introdotta a luglio 2015 con l'edizione 2 del regolamento e, successivamente, dalla circolare Lic 15 di giugno 2016. Un periodo (2015) in cui erano già ben note le direzioni europee sul ridimensionamento della figura del pilota delle Open Category il cui impatto drammatico sui centri di addestramento si vede proprio in questi mesi mentre stiamo aspettando il regolamento europeo droni che come detto dovrà essere applicato anche in Italia a partire dal 1 luglio 2020.
Poteva ENAC nel 2019 abbandonare la tradizione annuale del cambiamento normativo? Evidentemente no, con la stra-annunciata edizione che vorrebbe essere di avvicinamento al regolamento europeo e che durerà pochi mesi cambieranno ancora una volta le carte in tavola. Non sarebbe stato meglio lasciare tutto come stava e nel mentre prepararsi per essere pronti a fare lo switch il 30 giugno 2020 dichiarando semplicemente di stare lavorando per organizzare il tutto? Secondo noi probabilmente si, anche perché al momento non ci risulta che altri Paesi europei abbiano intrapreso iniziative simili così in anticipo, e il troppo tempo che passa dagli annunci alla effettiva realizzazione di quanto annunciato rappresenta una sorta di paralisi per il settore.
A questo proposito, siamo sicuri che il mondo dei droni italiano correrà per adeguarsi a questa ennesima nuova edizione di regolamento a vita corta e che non attenderà il 1 luglio 2020 quando ci saranno le regole europee che si presume e si spera saranno finalmente stabili nel tempo?
Sia chiaro, non siamo contro ENAC anzi le diamo il merito di essere stata tra le prime, assieme alla Francia, ad aver intuito le potenzialità dei droni e dei benefici di una regolamentazione certa. Ad ENAC diamo anche il merito di aver capito che per permettere all'utenza di impiegare i droni dove serve era necessario alleggerire il regolamento iniziale, cosa che ha fatto. L'altra faccia della medaglia è quella che i continui cambi regolamentari di alleggerimento hanno sfavorito gli investimenti di medio lungo termine e pongono ancora un ostacolo a buona parte della filiera italiana dei droni. Chi investirebbe sulla produzione e certificazione di un drone inoffensivo < 2kg se poi c'è il rischio che poco dopo cambino le regole? Nessuno ovviamente.
E se a fine 2013, invece di emanare un regolamento in partenza molto stringente per poi allentarlo nel corso degli anni, ENAC fosse stata talmente illuminata da emanare un regolamento "lasco" per poi eventualmente restringerlo nel corso del tempo a seconda delle esigenze e delle occorrenze in modo simile a quanto ha fatto la Svizzera? A nostro avviso in questa maniera si sarebbe probabilmente evitato di far bruciare investimenti, anzi si sarebbero promossi, anche alla luce delle disposizioni del nuovo regolamento europeo che sono più blande per quanto riguarda la formazione del pilota e le possibilità d'uso dei droni. Europa più permissiva fin dal 2015 forse perchè ad oggi i piccoli droni ad uso civile non hanno direttamente ucciso nessuno e non hanno provocato una sola caduta di aereo nonostante i ripetuti allarmi ed avvistamenti. Naturalmente fatto salvo che, come tutti gli strumenti in mano all'uomo, i droni possano essere utili oppure pericolosi a seconda dell'uso che se ne vuole fare e quindi vanno disciplinati e regolamentati.
Dietro all'andamento a volte incerto del regolamento italiano droni può esserci il fatto che in ENAC non ci risulta sia mai esistito un vero dipartimento SAPR. Inoltre, il turn-over dei dirigenti e del personale nei vari dipartimenti interessati dal fenomeno dei droni potrebbe aver contribuito a rendere meno omogeneo e lineare il regolamento, soprattutto per quanto riguarda i cambiamenti come testimonia la recente sospensione dell'ultimo minuto di alcuni commi dell' Art. 24 in contrasto con la circolare ATM-09 in vigore dal 1 luglio. La vera domanda è: il regolamento europeo droni riuscirà a garantire l'auspicata stabilità atta a garantire gli investimenti e gli sviluppi? Ci auguriamo di si, per saperlo non ci resta che attendere i prossimi anni.
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