Droni: professionisti di Torino chiedono al Prefetto semplificazioni per poter volare nella R34

Droni: professionisti di Torino chiedono al Prefetto semplificazioni per poter volare nella R34.

 

Con l'evoluzione tecnologica di hardware e software, i piccoli droni ad uso civile (UAS fino a 25kg) sono sempre più utilizzati in svariati ambiti professionali, dalla fotogrammetria e mappatura alle ispezioni di infrastrutture ed edifici sfruttando anche payload come le camere termiche per la riqualificazione energetica, verificare lo stato di conservazione ma anche molto altro, come la ricerca e soccorso di dispersi. 

Nonostante il nuovo regolamento europeo droni, applicato anche in Italia da inizio anno, miri a semplificare l'utilizzo di questi mezzi basandosi sul livello di rischio delle operazioni, con norme uguali sia per l'uso ludico che professionale, nel nostro e negli altri Paesi bisogna ancora fare i conti con le normative aeronautiche che disciplinano lo spazio aereo. Disposizioni contenute nelle AIP pensate per gli aeromobili con equipaggio che però interessano anche i piccoli UAS < 25 in quanto considerati aeromobili dall' ICAO.

Nello spirito del regolamento europeo, in futuro dovrebbe arrivare una sorta di armonizzazione tra i due mondi grazie al sistema U-space, studiato per creare  le condizioni in modo che vi sia la necessaria sicurezza per far convivere droni e aeromobili con equipaggio, prevenendo collisioni e per mitigare i rischi a terra. U-space è stato approvato recentemente dalla Commissione Europea e sarà applicato nel 2023 con le prime implementazioni che riguarderanno il volo degli UAS negli ambienti urbani e sub-urbani. Leggi anche: E' nato U-space, lo spazio aereo per i droni. Nuove regole applicate anche in città dal 2023.

Enac ha iniziato ad assimilare il concetto, con la circolare ATM-09A pubblicata a Marzo 2021 dove ha implementato le prime "zone geografiche UAS" rendendole visibili sulle mappe d-flight, riferimento ufficiale dalla materia.

A Torino i professionisti dei droni chiedono incontro con il Prefetto per il problema della R34

Nonostante questi primi tentativi embrionali di considerare i piccoli UAS come una sorta di categoria a parte rispetto agli aeromobili con equipaggio, in molte città e zone italiane è ancora molto difficile poter condurre un drone per svolgere operazioni professionali. E' il caso di Torino dove, stando a quanto affermano numerosi professionisti del settore, è complicato ottenere le autorizzazioni per condurre un drone nella zona regolamentata (R) LI R34.

La LI R34 è una zona regolamentata che insiste su buona parte del centro di Torino, istituita per motivi di sicurezza che, salvo alcune eccezioni, vieta il sorvolo agli aeromobili 24 ore su 24. Per condurre un drone in tale aerea è necessario ottenere il permesso dalla Prefettura. Ed è ottenere l'autorizzazione il problema, stando a quanto afferma Paolo Bartone, imprenditore torinese titolare di Altavisione attiva dal 2002 nelle riprese aeree con "mezzi alternativi" come dirigibili r/c e droni. Una problematica confermata da molti altri professionisti che, utilizzando droni a scopo lavorativo, si sono riuniti nel gruppo facebook R34 Torino nel tentativo di attuare iniziative congiunte per far semplificare l'iter necessario per ottenere i permessi dalla Prefettura.

"Credo sia utile raccontare come siamo arrivati a questo punto a chi in questo gruppo, non ha partecipato fin dall'inizio agli incontri istituzionali presso il comune di Torino. - spiega Paolo Bartone - Avevo chiesto alla allora Assessora del comune di Torino, Paola Pisano, di aiutarci a semplificare le procedure per poter lavorare su Torino in particolare sull'area LI R34 di competenza della Prefettura. Avevo pensato che per Lei, rappresentante pubblico che aveva contatti istituzionali con ENAC e prefettura per la loro area di sperimentazione droni, sarebbe stato più semplice trovare una soluzione. 

La Torino, capitale dei droni aveva bisogno di una svolta. La Pisano ha coinvolto ed ha istituito un tavolo di lavoro affidandolo al comandante della polizia locale GianFranco Todesco che da tempo si occupava ed ancora oggi si occupa di questo settore innovativo. Nel 2014 con l'amico Omar Morando e con GianFranco Todesco, avevamo già fatto alcune prove sperimentali con i mezzi che avevamo a disposizione allora. 

Questi incontri, tra il nostro gruppo e l'incaricato dall'assessora è andato avanti fino alla fine del 2018. Successivamente ha proseguito a livello istituzionale ancora per alcuni mesi del 2019. Senza alcun risultato però, perchè la Prefettura a differenza di Enac non ha mai partecipato a questi incontri e non ha quindi mai dato alcun contributo tangibile. Accantonata questa possibilità e dopo alcune risposte giunte dalla Prefettura fuori tempo massimo o addirittura mai ricevute per richieste legittime di alcuni colleghi, ho deciso di scrivere al Prefetto chiedendo un incontro. Ovviamente nessuna risposta. 

Quindi ho pensato che se invece del singolo, questa richiesta fosse stata avanzata da un gruppo numeroso, avremmo avuto qualche possibilità in più di ottenere ascolto. Con l'arrivo della pandemia purtroppo tutto si è fermato, sarebbe stato infatti impossibile qualsiasi riunione o manifestazione. Ora invece è quello che faremo. Tra qualche giorno invieremo una mail tutti insieme con un testo condiviso e in mancanza di risposte organizzeremo una bella manifestazione pacifica in piazza Castello davanti alla Prefettura e ci faremo sentire. Naturalmente di questa iniziativa sono stati informati gli organi di stampa che al momento giusto mi auguro, faranno conoscere a tutti le nostre legittime richieste. Grazie per l'attenzione." Questo lo "sfogo/appello" pubblicato da Paolo Bartone nel gruppo facebook Torino R34.