DJI droni usati: la verità sui blocchi delle nuove limitazioni - Test rivela cosa funziona davvero

DJI droni usati: la verità sui blocchi delle nuove limitazioni - Test rivela cosa funziona davvero

Il 19 giugno ha rappresentato una data cruciale per il mercato dei droni DJI di seconda mano. Le nuove disposizioni dell'azienda cinese relative all'associazione e dissociazione degli account hanno generato preoccupazioni tra gli utilizzatori, con voci che parlavano di drastiche limitazioni per i dispositivi usati non correttamente dissociati dai precedenti proprietari. Ma la situazione è davvero così drammatica come si temeva?

Una nostra indagine pratica condotta su due modelli DJI ha permesso di fare chiarezza su quello che effettivamente accade quando si acquista un drone usato in diverse condizioni di associazione dell'account.

Il caso del Mavic 4 Pro

Il primo test ha riguardato un DJI Mavic 4 Pro, modello criticato da alcuni sui social ma apprezzato da chi lo sta effettivamente utilizzando per i miglioramenti rispetto al predecessore Mavic 3 Pro. Il drone già associato ad un account di altra persona, senza radiocomando di serie , è stato collegato a un controller RC2, normalmente utilizzato da noi con un DJI Mini 4 Pro.

La procedura di binding si è completata senza particolari difficoltà seguendo i passaggi standard: selezione del modello dal menu, pressione prolungata del tasto di accensione per almeno quattro secondi e conferma della connessione. Tuttavia, è comparso un messaggio significativo: il sistema ha comunicato che, in assenza di associazione all'account proprietario, il drone può essere utilizzato per sole 20 volte prima di incorrere nelle limitazioni.

Il tentativo di dissociare il dispositivo dall'account originale attraverso le impostazioni si è rivelato impossibile, con il sistema che ha confermato che il drone era associato a un altro account. Questo significa che, superato il limite delle venti sessioni di volo, il drone opererà con le restrizioni standard per dispositivi non associati: altezza massima di 30 metri e distanza massima di 50 metri.

Il Mavic 3 Classic: quando il radiocomando fa la differenza

Il secondo caso analizzato ha coinvolto un DJI Mavic 3 Classic acquistato completo del suo radiocomando RC originale. Anche in questa situazione il proprietario precedente non aveva effettuato la dissociazione dell'account, limitandosi a eseguire il logout dal radiocomando.

Inizialmente, senza alcun account collegato, il drone presentava le limitazioni standard di 30 metri di altezza e 50 metri di distanza. Tuttavia, dopo aver effettuato l'accesso con il nostro account DJI, il comportamento del sistema si è rivelato sorprendente.

Nonostante l'impossibilità di modificare l'associazione del drone - con il sistema che nelle informazioni segnalava l'associazione a un altro account - il drone ha funzionato perfettamente, senza alcuna limitazione operativa. La schermata di volo non mostrava messaggi di avviso o blocchi, permettendo l'utilizzo completo delle funzionalità.

Le regole del gioco: quando funziona e quando no

L'esperimento ha messo in luce una distinzione fondamentale nelle politiche DJI. L'utilizzo del radiocomando originale abbinato al drone associato all'account del proprietario sembra mantenere la piena funzionalità, anche quando si accede con un account diverso da quello del proprietario originale. Al contrario, l'impiego di un controller diverso da quello inizialmente abbinato comporta le limitazioni tipiche dei dispositivi "trovati" o non associati.

Questa scoperta ha implicazioni pratiche rilevanti per il mercato dell'usato. Gli acquirenti che ricevono il drone completo del radiocomando originale mantengono maggiori possibilità di utilizzo normale, mentre chi acquista solo il drone deve fare i conti con le restrizioni progressive.

Raccomandazioni e soluzioni

Nonostante la possibilità di aggirare alcune limitazioni, raccomandiamo sempre di richiedere al venditore la dissociazione dell'account prima della vendita. Questa procedura garantisce la piena compatibilità con diversi radiocomandi e previene potenziali blocchi futuri, considerando che DJI potrebbe modificare nuovamente le proprie politiche.

Per situazioni in cui non è possibile contattare il proprietario originale, DJI ha predisposto un modulo specifico attraverso il quale l'azienda tenta di rintracciare e contattare l'account iniziale per conto del nuovo utilizzatore. Ecco il link del modulo.

Le nuove disposizioni, pur generando iniziali preoccupazioni, sembrano dunque impattare il mercato dell'usato in maniera più sfumata rispetto ai timori iniziali. La chiave rimane la trasparenza nella compravendita e il rispetto delle procedure di dissociazione, elementi che garantiscono la migliore esperienza d'uso per tutti gli operatori del settore.

L'evoluzione delle politiche DJI continua a influenzare significativamente l'ecosistema dei droni civili, richiedendo attenzione costante da parte di professionisti e appassionati per navigare correttamente le complessità normative e tecniche del settore.

Di seguito il video delle nostre prove