Droni e IA trovano il corpo del medico alpinista disperso da mesi sul Monviso

Droni e IA trovano il corpo del medico alpinista disperso da mesi sul Monviso

Credit: Soccorso Alpino e Speleologico Piemonte - CNSAS

È stato individuato e recuperato il corpo senza vita di Nicola Ivaldo, il medico chirurgo di 66 anni originario di Albenga, in provincia di Savona, scomparso da settembre dello scorso anno durante un'escursione solitaria attorno al Monviso. Il ritrovamento, avvenuto a circa 3150 metri di quota sulla parete nord della montagna, nel canale Perotti, è stato possibile grazie a un impiego mirato di droni professionali (nella foto diffusa dal CNSAS riconosciamo un DJI Matrice 4T) supportati da software di intelligenza artificiale per l'analisi delle immagini. Le operazioni, coordinate dalla Prefettura di Cuneo, hanno visto il coinvolgimento integrato di squadre a terra e mezzi aerei, confermando ancora una volta il ruolo crescente della tecnologia nelle missioni di soccorso alpino.

Nicola Ivaldo, appassionato di montagna e alpinista esperto, conosceva alla perfezione i sentieri e le vie del Monviso, una delle cime più iconiche delle Alpi Cozie. Il 15 settembre 2024 aveva parcheggiato la sua auto nei pressi della diga di Pontechianale, in alta valle Varaita, per una giornata dedicata all'esplorazione della zona. Uomo dal fisico prestante e dalle abilità tecniche consolidate, non era tipo da improvvisare: eppure, come spesso accade in ambiente montano, un imprevisto può colpire anche i più preparati. Da quel momento, le sue tracce si erano perse, innescando ricerche immediate che, nei mesi successivi, avevano coinvolto elicotteri, squadre specializzate e tecnologie avanzate, senza tuttavia esiti fino a questi giorni.

Le operazioni di perlustrazione, riprese con intensità nelle scorse ore, hanno puntato sui versanti del Monviso e del Visolotto, individuati come prioritari sulla base dei dati forniti dalle celle telefoniche agganciate dal cellulare del disperso. Squadre a terra del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese (Sasp), del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco hanno battuto i sentieri, supportate dall'elicottero dei Vigili del Fuoco per sorvoli rapidi. Ma il contributo decisivo è arrivato dai droni, impiegati dal Sasp e dai Vigili del Fuoco in aree impervie dove l'accesso umano è rischioso o impossibile.

Credit: Soccorso Alpino e Speleologico Piemonte - CNSAS

Due piloti specializzati del Soccorso Alpino piemontese, assistiti da tecnici con profonda conoscenza del territorio, hanno condotto le ricognizioni sui versanti ovest e nord del Monviso, ipotizzando che Ivaldo avesse seguito la cresta nord-ovest. I droni, equipaggiati con la tecnologia comunemente utilizzata in operazioni di search and rescue (Sar), come camere con zoom e termocamere, si sono infilati nei canali e hanno costeggiato le pareti rocciose, registrando immagini e video in tempo reale. In una sola sessione, sono stati coperti 183 ettari di terreno montano, con la realizzazione di oltre 2600 fotogrammi ad alta risoluzione. Questi dati, una volta scaricati a valle, sono stati elaborati attraverso un software in dotazione al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, che sfrutta anche algoritmi di intelligenza artificiale per analizzare ogni singolo pixel alla ricerca di anomalie: forme, colori o pattern che potrebbero indicare la presenza di un corpo umano o di oggetti correlati.

L'attuale stato dell'arte dell' IA in questo contesto non si limita a una scansione superficiale: opera su principi di machine learning addestrati su dataset di immagini reali da scenari di soccorso, identificando potenziali "target" con una precisione che riduce drasticamente i falsi positivi. 

Nel caso specifico, l'analisi ha evidenziato tre punti sospetti, prioritarizzando quello sulla parete nord del Monviso. Le condizioni meteo avverse di mercoledì hanno costretto a un rinvio, ma ieri mattina i piloti sono decollati dal Pian del Re – base operativa ideale per le sue coordinate elevate – per verificare i siti. Il drone, penetrando nel canale Perotti (il più a destra dei tre che incidono la parete nord sopra il ghiacciaio pensile), ha confermato la presenza di resti umani, trasmettendo immagini nitide che hanno permesso un'identificazione visiva preliminare.

Immediatamente, è stato attivato l'elicottero dei Vigili del Fuoco, con a bordo personale del Sasp e della Guardia di Finanza per il recupero della salma e le necessarie operazioni di polizia giudiziaria. La posizione del ritrovamento si allinea perfettamente con i segnali telefonici registrati dal dispositivo di Ivaldo, chiudendo un cerchio investigativo che durava da mesi. 

Questo caso sottolinea l'evoluzione delle tecnologie dei droni in ambito SaR: offrono autonomia di volo fino a 30-40 minuti, resistenza a venti forti e capacità di hovering preciso, integrandosi con l'IA per elaborazioni post-volo che accelerano i tempi di risposta.

Mentre le autorità procedono con gli accertamenti formali, la comunità piange un medico stimato e un appassionato che incarnava lo spirito della montagna. Episodi come questo ricordano i rischi intrinseci dell'alpinismo solitario, ma anche i progressi che rendono le ricerche più efficaci, salvando potenzialmente altre vite in futuro.