Discorso di Pagnanelli all'inaugurazione del Roma Drone Campus:"Ai suoi albori, all’inizio del ‘900, l’Aviazione fu definita prima 'infant industry' e poi, grazie anche all’assicurazione, 'infant prodigy'. Agli inizi del 2000 arrivano i SAPR ad uso civile: è una infant industry, ma quando sarà una 'infant prodigy'? "
Parlare e riassumere l’evoluzione del settore dei SAPR e, in
parallelo, quello delle assicurazioni a partire dal dicembre 2013 è una cosa
relativamente facile. Il settore dei droni, a mio avviso, anche se ha dato luogo a
qualche consolidamento, non si è sviluppato secondo le aspettative generali. Se
guardiamo indietro a quanto ebbi a dire circa tre anni fa, devo riconoscere che
operatori professionali e assicuratori sono aumentati di poco, in termini
numerici, anche se sul sito ENAC le autorizzazioni sembrano moltiplicarsi di
giorno in giorno.
Ecco la stima del volume premi dell’intero mercato italiano per
le coperture obbligatorie RCT, comprese le polizze che sono stipulate all’estero
e quindi non comprese nei bilanci italiani: 800.000 € annui nel 2016; nel 2014
avevo stimato 400-500.000€. In percentuale un grosso aumento, in termini reali
una delusione. Questo volume va suddiviso fra le oltre 150 Compagnie
assicurative italiane autorizzate al ramo aviazione oltre a quelle estere.
Come si vede, c’è poca carne per gli assicuratori su questi
premi relativi alle polizze RCT obbligatorie. Gli operatori, i costruttori ed
altri non sono interessati a coperture come Kasko, RC Prodotti, RC Generale,
Infortuni e quindi gli assicuratori trovano poco compenso dalle altre coperture
di rischi diversi. Come possono giustificare un serio investimento nel settore?
Un solo incidente serio potrebbe assorbire e superare l’intero volume premi del
mercato. Ricordate lo scampato pericolo dello sciatore sulle piste di Madonna di Campiglio e il taglio di un occhio a un bambino di 18 mesi avvenuto in
Inghilterra? D’Altro canto, facciamo una valutazione in positivo. Ammettiamo che
tutti gli operatori assicurino, per il rischio del danno al corpo, tutti gli APR
in loro uso, a cui diamo un valore complessivo stimato di 2.000.000€,
applichiamo un tasso di premio del 7% oggi mediamente praticato dagli
assicuratori, così avremmo un volume premi totale di 140.000€!
Facciamo ora un confronto con quanto avviene in Giappone.
Veniamo informati che, nel solo settore dell’agricoltura, sono impiegati più di
2.400 APR il cui valore singolo oscilla tra 86.000$ e 1.000.000$ (qui compresi
anche i payload). Sulla base del valore minimo singolo, stimiamo che il valore
complessivo di questi SAPR sia dell’ordine di 206.400.000 $, su questo
applichiamo un tasso di premio stimato dell’ordine del 4% e otteniamo un volume
premi totale di 8.256.000 $. Se poi dovessimo invece usare per la nostra stima
il valore più alto di questi SAPR, il premio salirebbe alle stelle! Spero che questo confronto non butti acqua ancora sullo scarso
entusiasmo del mercato assicurativo italiano.
Validità del limite minimo di assicurazione obbligatoria per
Responsabilità Civile verso Terzi (1.000.000€).
E’ un tema questo che mi piacerebbe fosse parte di un altro
convegno ad hoc perché è di valore più generale a livello di Aviazione. Si è parlato spesso della possibilità di una collisione con un
aeromobile tradizionale, che potrebbe essere della categoria dei Jambo, ad alta
capacità di trasporto passeggeri, diciamo per semplicità, 400 passeggeri. Immaginate quale può essere la conseguenza economica, lasciamo
perdere quella morale-umanitaria, di un tale disastro.
Per casi già avvenuti di catastrofi di questo genere, i valori
in gioco sono stati anche di 500-700 milioni di $, compresi i valori del Jambo,
dei passeggeri, dei terzi sulla superficie e così via. Il caso di una collisione con un APR che determini una tale
catastrofe è largamente improbabile. Però, anche impatti di tipo minore, come un
aeromobile di lavoro aereo, per esempio, potrebbero produrre danni
significativi. È questo un pensiero per le Autorità, ma deve esserlo ancora di
più per gli operatori che pensano che il limite minimo di 1.000.000 di €, ora
obbligatorio, sia eccessivo!
Si è detto che le polizze devono essere stipulate secondo
criteri e norme del ramo assicurativo aeronautico e del codice della
navigazione.
Siamo forse usciti dal momento in cui tre anni fa giudicai che
le polizze, fino allora in essere, erano adeguate al volo di polli e ai loro
allevatori e che potevano essere acquistate forse anche nelle tabaccherie.
Purtroppo però non è infrequente sentire che nel mercato che ci sono polizze per
la copertura RC Generale dell’Azienda alla quale si aggiunge, con una semplice
appendice, che, a deroga delle Condizioni Generali di Assicurazione, è compreso
anche l’uso di droni, senza altre specificazioni. Va rilevato che, sia le
Condizioni Generali di Assicurazione che l’imposta dovuta, sono diverse per i
due rischi. E qui viene in ballo un punto su cui attiro ancora una volta
l’attenzione di ENAC:
- Chi controlla che le assicurazioni obbligatorie richieste
sono effettivamente in corso?
- Chi controlla che, quando esistono, le assicurazioni siano
giuste e compliant con le richieste ENAC?
Sembra esserci qui ancora un po’ di sottobosco che sarebbe
opportuno portare meglio alla luce.
Avevo già suggerito, in passato, l’adozione di una Nota di
Assicurazione sintetica e uguale per tutti gli assicurati, del tipo di quella
una volta chiamata “nota azzurra”, in uso da tempo nell’aviazione generale. Oggi
abbiamo polizze e dichiarazioni che differiscono da compagnia a compagnia. Per i
controlli, si devono preparare agenti di polizia che siano multilingue, esperti
in assicurazioni e magari disposti a leggere 20-25 pagine di una polizza per
verificare la sua compliance con le regole ENAC?
Denuncia di inconvenienti e di sinistri
Anche qui c’è indubbiamente un po’ di sottobosco, perché ci
risultano inconvenienti e sinistri non denunciati o ritirati davanti alla
richiesta di segnalare formalmente l’evento all’assicuratore. Ma ci sono
indubbiamente operatori che rispettano le regole e che sono affidabili. Quando
succede un inconveniente o un sinistro, si trovano probabilmente davanti a una
incognita: devo denunciarlo? A chi? ENAC? ANSV? E come giudico se l’evento è
rilevante o no? Qui è necessario che le competenti Autorità rendano più
semplice e chiaro il meccanismo delle segnalazioni.
Da qui è facile passare a un altro fattore, da tutti
considerato importante, ma soprattutto dagli assicuratori: le
statistiche.
Quanto ho già detto può già rendere chiaro come sia difficile
avere dati che consentano di parlare di statistiche in termini razionali. Eventi
non segnalati o non correttamente segnalati e sparsi nella loro destinazione,
anche tra le decine di assicuratori che singolarmente ricevono denunce sulle
loro poche polizze, servono poco. Questi ultimi poi, per l’antitrust, non sono
autorizzati a dialogare tra loro.
Ci si domanda: i dati sono incerti e disseminati tra vari enti,
quindi sono pochi, inaffidabili e non gestiti da una sola entità. Quando ci sarà
la speranza che si possa parlare di statistiche ampie ed affidabili che abbiano
un valore oggettivo per tutti gli Enti, compresi quelli dedicati alla sicurezza
e gli assicuratori che vogliano impegnarsi seriamente in futuro in un settore in
cui, oggi, vedono, con perplessità, scarsi motivi di investimento?
Chi può assumere un compito di coordinamento, sempre nel
rispetto delle regole di confidenzialità, riservatezza e privacy? Abbiamo oggi
una classificazione privilegiata degli APR sotto i 300 grammi definiti
‘inoffensivi’. Ma quando potremo sapere quanto sia più pericoloso un APR
che pesa, per esempio, 500, 1,000, 3,000 grammi? O se è meglio un’APR ad ala
rotante o ad ala fissa? Abbiamo bisogno di statistiche. Qui, anche le compagnie
di assicurazione dovrebbero sviluppare programmi di studio per valutare meglio
certe pericolosità e meglio tarare le loro tariffe nel contesto dei loro
parametri usati.
Sono vicino alla conclusione, anche per stare nel tempo
assegnatomi. C’è un grande fervore in tutto il mondo per quello che si potrà
fare con questi nuovi mezzi. Alcuni stimano che tra 10 anni ci saranno in giro 7
miliardi e 500 milioni di APR, uno per abitante! Diciamo però che quelli per uso
professionale e commerciale saranno molti meno, facciamo un settimo, cioè circa
un miliardo.
Non c’è da sorridere perché questo è un vero serio problema ma
anche e soprattutto una grande opportunità per svolgere nuovi o migliori servizi
all’umanità. Gli stakeholders, nel loro complesso, dovranno fare una seria
valutazione sulla gestione del rischio (risk management) e, alla fine,
analizzare quando vi sia la necessità di ricorrere all’assicurazione. Per questo
serve che si sviluppi un mercato assicurativo professionale, solido, efficiente
e duraturo che sia in grado di rispondere alle esigenze di copertura che saranno
sempre crescenti.
Grazie.
[ Discorso di Benito Pagnanelli - PRS ltd - all'inaugurazione del Roma Drone Campus ]
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