Cosa succede se un drone ti cade in testa? La FAA pubblica i risultati di uno studio approfondito

In USA proseguono gli studi per cercare di determinare le caratteristiche che deve avere un drone per poter volare sulle persone.

Cosa succede se un drone colpisce una persona? Qual è il rischio di lesioni gravi? Questi rischi possono essere ridotti e in che modo? Sebbene la FAA non possa ancora rispondere definitivamente a queste domande, gli studi condotti da un consorzio di università partecipanti ad ASSURE, il centro di ricerche di eccellenza sugli aeromobili a pilotaggio remoto, hanno permesso di iniziare a comprendere meglio i rischi per persone o cose a terra nel caso in cui siano sorvolate dai droni. Il team di ricerca ASSURE, guidato dall'Università dell' Alabama a Huntsville, ha iniziato la sua ricerca nel settembre del 2015 assieme all'Università del Kansas, l'Università Statale del Mississippi e l' Università Aeronautica Embry-Riddle.

Questa ricerca aiuterà la FAA ad indirizzare nuovi studi di approfondimento e a scrivere le linee guida per consentire il volo dei droni sulle persone fornendo anche specifiche di progettazione per ridurre i rischi verso le persone sorvolate. La ricerca ha dimostrato che i droni multirotori cadono più lentamente, a causa della resistenza aerodinamica, e causano meno danni rispetto alla stessa massa di metallo o legno a parità condizioni di caduta. I droni all'impatto si deformano e trasmettono meno energia e quindi causano lesioni minori. Sono state condotte numerose prove per misurare l'energia cinetica da impatto su un manichino con diversi droni presenti sul mercato, dal piccolo Bebop della Parrot all' Inspire passando per il Phantom.

Prove hanno dimostrato che un Phantom 3, che impatta sulla testa di una persona ad una velocità simile a quella di un blocco di legno e uno di acciao della stessa massa, ha il 13% di probabilità di causare lesioni di grado AIS 3 al collo. Il blocco di legno 69% mentre quello di acciaio il 72%. Per la testa, invece, il rischio si riduce a meno dell' 1% mentre con gli altri due materiali le lesioni sono assicurate: 99-100% di probabilità. Queste percentuali sono riferite al sistema che si usa per misurare le lesioni dei manichini nei crash test delle auto. 

Lo studio evidenzia anche come le lesioni siano più gravi se il punto di impatto corrisponde con il baricentro del drone, decrescendo progressivamente se il drone impatta sulla persona con una parte lontana dal suo baricentro. Secondo il rapporto, le batterie LiPo che alimentano i droni hanno bisogno di uno standard unico per garantire la sicurezza anche per quanto riguarda la possibilità di incendio a seguito di impatto.  Un altro aspetto critico è rappresentato dalle eliche e dal payload. Lo studio consiglia l'uso di paraeliche per mitigare il pericolo di tagli e lacerazioni e fa notare il pericolo rappresentato dal payload soprattutto se durante la caduta si separa dal drone.

In sostanza, questi risultati confermano che la soglia dei 250 grammi da non superare per ritenere un drone inoffensivo è troppo bassa e non tiene conto delle caratteristiche di un drone.  In qualche modo si dà ragione al rapporto che aveva pubblicato qualche settimana fa la DJI (leggi anche: La DJI propone di aumentare il peso per la categoria dei droni inoffensivi da 250 grammi)

La seconda fase della ricerca di ASSURE avrà inizio a giugno del 2017 e verificherà ulteriormente questi risultati. Saranno sviluppate anche procedure e test che i produttori potranno utilizzare per certificare i loro droni per i voli su persone. Inoltre, questa estate saranno rilasciati i risultati di uno studio sulle collisioni tra droni e aerei. Per ulteriori informazioni: ASSURE

Il Rapporto completo ASSURE - FAA