Droni per le Emergenze: Enac vieta, Europa permette

Con il nuovo regolamento droni in vigore dal 15 dicembre 2019, ENAC ha cambiato idea sull'impiego dei droni nelle emergenze, sia rispetto alla bozza di luglio 2019 sia rispetto a quanto prevede il regolamento europeo che dovrà essere applicato a luglio 2020. RDN lancia una raccolta firme online.

Più volte in queste pagine abbiamo dato notizia dell'utilità dei droni impiegati nelle situazioni di emergenza e nella ricerca e soccorso,  come ad esempio abbiamo fatto ieri in occasione dell'encomio ricevuto da un pilota amatoriale che a Manchester aveva accettato l'invito della Polizia ad utilizzare il proprio drone per cercare una ragazzina dispersa da 15 ore, poi ritrovata in poco tempo proprio grazie al drone. L'ennesima dimostrazione sull'efficacia di questi mezzi pilotati in remoto quando sono ben condotti in coordinamento con le autorità. 

L'EASA, Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea, lo ha compreso molto bene tanto è vero che nel regolamento europeo droni, che dovrà essere applicato anche in Italia a partire da luglio 2020, ha previsto la possibilità di utilizzare un drone Open Category, ovvero praticamente qualsiasi drone consumer, prosumer etc. nelle operazioni di emergenza a patto che chi lo conduce abbia ottenuto il permesso dai servizi responsabili della risposta alle emergenze (direttiva UAS.OPEN.060 Regolamento 2019/947). Lo stesso discorso vale per le operazioni che superano il limiti delle Open Category ovvero le Specific. Chi piloterà un drone in questa categoria, assimilabile alle attuali operazioni critiche, secondo il regolamento europeo potrà contribuire alle emergenze dopo aver ottenuto il permesso dai responsabili della risporsta (direttiva UAS.SPEC.060).

ENAC cambia rotta e dal 15 dicembre 2019 vieta agli operatori di usare i droni nelle emergenze tagliando l'ultima parte dell'articolo in bozza e del reg. europeo

In Italia, ENAC la pensa diversamente da EASA e con il comma 7 dell'art 7 del nuovo regolamento in vigore dal 15 dicembre 2019  ha vietato ai piloti ed agli operatori SAPR di impiegare un drone in prossimità o all'interno di zone in cui siano in atto interventi in risposta a una situazione di emergenza. Le stesse parole dell'articolo UAS.OPEN.060 ma  con omessa l'ultima parte e cioè "a meno che non ne abbiano ottenuto il permesso dai responsabili della risposta alle emergenze."

La nuova formulazione ENAC di fatto vieta a chiunque di utilizzare un drone nelle situazioni di emergenza anche se ottiene il permesso dalle autorità. Stando al regolamento, in questi ambiti soltanto i responsabili della risposta alle emergenze possono usare i droni. In pratica i Vigili del Fuoco i cui droni vengono considerati aeromobili di Stato e pertanto sono esentati dal rispetto del "normale" regolamento SAPR, così come i droni di Stato delle Forze dell'Ordine.

Indicativo il fatto che nella bozza dell'attuale regolamento ENAC, che era stata pubblicata il 5 luglio 2019 per la fase di consultazione, l'Art.7 ripeteva fedelmente la direttiva UAS.OPEN.060 e UAS.SPEC.060 del regolamento europeo che come detto permette ad un pilota Open Category / Specific di usare un drone in una emergenza a seguito di permesso ottenuto dai responsabili della risposta. Di conseguenza, il comma 7 dell'art.7 del Regolamento SAPR attualmente in vigore sembra essere stato volutamente deliberato con la nuova formulazione per motivi che non conosciamo. 

Tuttavia, in Italia a luglio dovrà essere recepito il nuovo regolamento europeo droni con anche la direttiva UAS.OPEN.060 / SPEC.060. Però ENAC, anche dopo luglio 2020, potrà sempre negare l'attività ai droni emettendo notam e restrizioni temporanee degli spazi aerei per i droni o per certe categorie di droni. Ne avrà facoltà anche con il regolamento europeo in quanto la designazione e la gestione degli spazi aerei resterà in capo agli Stati Membri.

La Petizione lanciata da Rescue Drones Network

Il cambio di rotta ENAC sulla questione droni nelle emergenze ha spinto Rescue Drones Network, 

la prima rete di volontari per il pronto impiego di Aeromobili a Pilotaggio Remoto (Droni) a supporto delle attività di soccorso sia ordinario che per medio-macro emergenze, a lanciare due giorni fa una petizione online su change.org che mentre scriviamo ha già ottenuto 782 firme.

"ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) nel dicembre scorso ha improvvisamente vietato l'impiego dei droni civili nelle attività di soccorso quotidiano e per maxi-emergenze, senza alcuna motivazione e cambiando radicalmente il testo di regolamento che era stato prima condiviso. - scrive RDN nella petizione -  Abbiamo chiesto continuamente chiarimenti all'Ente senza che però si degnasse mai di dare una risposta, con la conseguenza che ora oltre 1.000 droni delle strutture di volontariato e della Pubblica Amministrazione non possono più essere impiegati per portare aiuto a chi ha bisogno. Non solo: nel 2018 lo stesso ENAC aveva promesso di regolamentare il settore per favorire l'impiego di questa tecnologia che può risultare determinante per l'incolumità delle persone e dei beni (cosa richiesta anche dalla recente normativa europea) ma da allora tutto è bloccato senza alcuna motivazione, provocando così l'impossibilità di portare soccorso in molte situazioni.

I Volontari di Rescue Drones Network ODV chiedono la modifica immediata del regolamento entrato in vigore il 15 dicembre scorso con l'eliminazione o la rivisitazione del punto 7 dell'articolo 7, nonché una regolamentazione specifica per l'impiego dei droni civili per le operazioni di pubblica utilità, come richiesto dal regolamento europeo e come sollecitato da diversi anni dai volontari impegnati in questo settore".