Il Cielo amico: dai satelliti ai droni

 

Siamo lieti di pubblicare un articolo del Dott. Benito Pagnanelli presidente della Pagnanelli Risk Solutions Ltd, una delle prime realtà in Italia ad aver proposto coperture assicurative mirate agli aeromobili a pilotaggio remoto già ai tempi della prima edizione del relativo regolamento ENAC

 

“Il Cielo amico: dai satelliti ai droni”

del Dott. Benito Pagnanelli

Presidente della Pagnanelli Risk Solutions Ltd,

già Presidente della IUAI –

International Union Of Aerospace Insurers di Londra

Abbiamo, oggi, il fenomeno travolgente dell’invasione dei droni che volano a bassissima quota. Al mondo ce ne sono già più di un miliardo, tantissimi quelli piccoli ma spesso inaffidabili, usati da mani poco esperte e forse poco responsabili, in paesi dove magari l’uso ne è fatto in assenza totale di regole. Si acquistano anche nei supermarket per pochi euro o dollari; si va da quelli amatoriali a quelli professionali ma, a volte, è difficile stabilire quale sia, per tecnologia ed impiego, la differenza.

Fatti a mano o industrialmente, definiti “inoffensivi” o, per contrasto, “offensivi” (?), ala fissa, ala rotante, uso agricolo, rilevamento, ecc., Tutto un mondo nuovo in effervescenza che, però, non ha ancora regole definite e dove le autorità sono impegnate in una ricerca di soluzioni che contemperino gli interessi dei vari stakeholders.

È evidente che, nei vari Paesi, le differenze di approccio al settore sono parecchie e sostanziali. In particolare, vorrei sottolineare che la valutazione del rischio di un incidente/accidente sembra differire tra gli Stati, con minore preoccupazione, almeno in apparenza, proprio da parte degli Stati Uniti. Bisogna, però, fare attenzione perché in quel Paese l’eccesso di liberalità nel possesso e nell’uso delle armi può far considerare il rischio determinato dalla caduta di un drone sulle persone estremamente improbabile e ridotto in confronto!

In conclusione, rendere più facile a così tanti cittadini, senza ragionevoli regole e requisiti, l’uso di droni “leggeri” resta secondo me un problema cruciale per la sicurezza. Tanto più che questi mezzi sono notoriamente sensibilissimi a interferenze elettromagnetiche, vulnerabili ai segnali di un semplice smartphone, facili per uso illecito, compreso il terrorismo.

A livello di confronto della pericolosità, la caduta di un satellite sulla superficie terrestre attraverso l’atmosfera è considerata un’ipotesi remotissima ed è statisticamente quasi impensabile che ne possa derivare un danno alle persone sulla superficie. Il crash di un aeromobile che trasporta passeggeri, può, invece, creare danni, ma l’impatto è statisticamente valutabile nei suoi effetti, come fanno da anni gli assicuratori.

I danni che possono derivare dall’utilizzo di droni sono, invece, per ora, inestimabili, sia nella dimensione che, soprattutto, nel numero. Possono essere pochi, ma anche tantissimi perché si tratta di tanti milioni di mezzi usati in prossimità della superficie terrestre dove si muovono miliardi di persone.

Un uso incontrollato e non professionale può generare incidenti/accidenti per migliaia di singoli casi che, visti nel loro complesso, possono dar luogo ad un “disastro agglomerato” superiore al numero delle fatalità collegate agli incidenti del trasporto aereo di linea valutati nella loro media annuale (all’incirca 1.000 – 2.000 passeggeri e qualche decina di persone sulla superficie). Se è vero che si deve raggiungere qui lo stesso coefficiente di rischio dell’Aviazione Generale (10 alla meno 6), ci vogliono interventi chiari e specifici a livello internazionale.

Dunque: ICAO, FAA, EASA, ENAC, quo vaditis? Il problema della sicurezza, che è anche condizione essenziale per lo sviluppo di questo promettentissimo settore, richiede omogeneità di soluzioni normative urgenti nonché sostanza di controlli effettivi. Si devono così incoraggiare anche gli assicuratori, stakeholders che, nell’attuale vaghezza e varietà delle norme, trovano difficoltà a prestare garanzie professionalmente valide, che in molti paesi sono obbligatorie per legge. Casi, solo per citarne due recenti, come quello riportato il 28 Novembre sul quotidiano inglese The Telegraph:

“Toddler loses eye after drone propeller sliced through it”

An 18-month-old boy was left blind in one eye when an out-of-control drone hit him in the face

Oscar Webb with his mum, Amy Roberts Photo: BBC

e quello fortunatissimo per l’ignaro sciatore Marcel Hirscher mentre era impegnato nella discesa, durante lo svolgimento della Coppa del Mondo di slalom di sci disputata il 22 Dicembre 2015 a Madonna di Campiglio, non possono ripetersi.

Se volessimo fare, a caldo, una valutazione del danno, nel primo caso si tratterà di diversi milioni di sterline mentre, nel secondo caso, in un vero deprecato ipotetico infortunio, l’indennizzo avrebbe potuto essere ancora superiore.

Big or small …these are not simply toys.

Il Cielo continui ad esserci amico!