Ecco come ENAC permetterà le consegne Amazon via drone in Italia

Ecco come ENAC permetterà le consegne Amazon via drone in Italia

In un'interessante intervista rilasciata al giornale "La Repubblica", Carmela Tripaldi, a capo della Direzione Regolazione Ricerca e Mobilità Innovativa dell'Enac, ha spiegato come saranno possibili le consegne con i droni Amazon dal punto di vista della normativa UAS italiana ed europea.

Gli UAS (Unmanned Aircraft Systems) che presto solcheranno i cieli italiani per effettuare le consegne di Amazon sono i nuovissimi droni MK30. Si tratta di sofisticati velivoli VTOL (Vertical Take-Off and Landing) dotati di avanzati sensori e telecamere che consentono loro di rilevare ed evitare autonomamente gli ostacoli durante il volo.

Rispetto ai modelli precedenti, questi nuovi MK30 risultano molto più silenziosi, grazie a un sistema di eliche ottimizzato appositamente per ridurre la rumorosità. Inoltre, l'impiego di materiali hi-tech avanzati permette loro di volare senza problemi anche in caso di leggera pioggia o temperature rigide.

Ogni MK30 è in grado di trasportare pacchi del peso fino a 2,3 kg e può coprire una distanza di diversi chilometri prima di dover fare ritorno alla base. Queste caratteristiche consentiranno ad Amazon di raggiungere rapidamente un bacino amplissimo di clienti con le sue consegne via drone.

L'Enac, l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, sta lavorando per certificare Amazon Prime Air come operatore Luc (Light Unmanned Certificate) con livello di rischio SAIL IV con l'obiettivo di consentire all'azienda di avviare un servizio di consegne tramite droni nel nostro paese entro la fine del 2024.

Il LUC è una certificazione dell'operatore che concede diversi privilegi come ad esempio autorizzare in modo autonomo le proprie operazioni e i piloti nell'ambito degli Scenari Standard, PDRA e altre missioni con profilo di rischio più elevato. 

Secondo quanto dichiarato dall' Ing. Carmela Tripaldi, per ottenere la certificazione SAIL IV Amazon dovrà dimostrare requisiti adeguati al rischio alto associato a questo tipo di operazioni, come previsto dal regolamento europeo 947/2019.

I test verranno effettuati per livelli incrementali di complessità: si partirà con un drone semplice gestito da un singolo pilota (modalità One to One) in aree a basso rischio. Per passare poi alla modalità One to Many, con un pilota che controlla più droni contemporaneamente, sarà necessario un emendamento ad hoc al regolamento europeo sui droni, dal momento che attualmente le normative vigenti per questi ambiti vietano di pilotare più di un drone per volta.

Dopo aver ricevuto la verifica di progetto EASA e il certificato LUC per SAIL IV da ENAC, I droni di Amazon sorvoleranno aree designate come U-Space, con ENAV che ha dichiarato la disponibilità ad adeguare le proprie infrastrutture per poter dare vita come provider a queste complesse zone geografiche UAS. Leggi anche: In vigore U-space: la nuova frontiera della gestione del traffico aereo droni

In parole semplici, una zona U-space è una sorta di bolla dove possono volare soltanto droni dotati di specifici requisiti tecnologici e aeromobili con equipaggio dotati di dispositivi che trasmettono la propria presenza.  Per entrare in questo spazio aereo riservato, ogni drone deve infatti utilizzare i servizi base previsti dal regolamento U-space, come l'identificazione elettronica, la trasmissione della posizione geografica in tempo reale, la richiesta di autorizzazione al volo e le informazioni sul traffico presente nell'area. A questi servizi di base si possono aggiungere opzionalmente anche dati meteorologici avanzati e la verifica di conformità alle norme.

Una tipica zona U-space

Va sottolineato però che le regole U-space non si applicano agli aeromodelli né ai droni autocostruiti sotto i 250g con velocità max 19 m/s e neppure ai droni con marcatura C0. Insomma, non tutti i droni sono obbligati ad utilizzare questi servizi innovativi per accedere a una zona U-space. Ma la tecnologia U-space rappresenta il futuro per gestire il traffico dei droni in totale sicurezza, anche in condivisione con gli aeromobili con equipaggio.

In base a quanto dichiarato, il tanto discusso servizio di consegne tramite drone Amazon Prime Air dovrebbe finalmente prendere il volo in Italia verso la fine del 2024. È plausibile che, seguendo l'esempio di quanto fatto negli Stati Uniti, anche nel nostro Paese il colosso dell'e-commerce deciderà di partire in sordina, coprendo inizialmente solo le località meno complesse da un punto di vista operativo e normativo.

Insomma, Amazon muoverà probabilmente i primi passi con cautela, limitando i rischi e rodando il sistema. Ma l'obiettivo finale pare essere una copertura il più ampia possibile delle consegne tramite drone.

[Via: La Repubblica]

Video - Sarà un Pacco?