Sempre più Droni in Parlamento. Dopo l’interrogazione a risposta orale presentata il 5 febbraio dall’ On. Romano del Movimento 5 Stelle a cui a breve dovrebbe essere data risposta, una nuova interrogazione è stata presentata il 25 febbraio dall’ On. Catanoso del gruppo Forza Italia – PDL.
Nell’interrogazione, la cui delegata a rispondere in forma scritta risulta essere la Presidenza del Consiglio dei Ministri, si illustrano varie problematiche che a detta dell’interrogante affliggono il settore italiano degli aeromobili a pilotaggio remoto e si chiede quali iniziative intende assumere il Governo per risolverle.
Problematiche come il fatto che l’ ENAC non ha ancora pubblicato alcune linee guida per consentire l’operatività, il fatto che l’ Ente non sia stato in grado di trovare regole semplici per gli oggetti volanti più semplici e che non vi sia stata un adeguata azione informativa sulle regole attuali e quelle future per permettere alle imprese di finalizzare gli investimenti, la questione sul rispetto del regolamento con annesse problematiche delle forze dell’ordine nell’esercitare l’azione di controllo e altri punti, come la questione dei droni sotto 2 kg di peso, che si possono leggere nel testo che pubblichiamo di seguito
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-12244
presentato da
CATANOSO Basilio
testo di
Giovedì 25 febbraio 2016, seduta n. 577
CATANOSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia . —
Per sapere – premesso che:
il rapido sviluppo del settore dei «droni» ha richiesto l'introduzione di una regolazione per limitare i rischi per la sicurezza;
questa regolazione è stata introdotta a diverse riprese: la prima entrata in vigore il 30 aprile 2014 ha avuto bisogno di immediate note-esplicative, ciascuna delle quali ha subito pure successive modifiche; la seconda il 16 luglio 2015, emendata già a distanza di pochi mesi il 21 dicembre 2015 e ancora incompleta di elementi informativi (le cosiddette linee guida) che le consentano l'operatività;
di tal maniera l'Ente nazionale per l'aviazione civile è in ritardo sulle stesse scadenze che essa stessa si è data nel regolamento medesimo;
tutto questo ha creato confusione scoraggiando le iniziative degli imprenditori con l'effetto di frenare, anziché incoraggiare, il promettente mercato proprio in questo momento di grande bisogno;
il mercato dei droni attiva imprese spesso nuove al mondo aeronautico, trattandosi a volte di dispositivi volanti di bassissimo valore commerciale e limitate prestazioni. Tuttavia, non solo questa regolazione è stata fatta «a puntate», ma non è stata in grado di trovare regole semplici per gli oggetti volanti più semplici, né vi è stata un'adeguata azione informativa sulle regole attuali e sullo scenario futuro che permettessero a queste piccole e medie imprese di finalizzare i propri investimenti;
il miglior modo per rendere competitive le imprese è quello di avere norme e disciplinari tecnici uniformi a livello internazionale, ma, nelle more, altri Stati si sono comportati diversamente, agevolando lo sviluppo del settore almeno per il segmento meno pericoloso, tra l'altro proprio il più richiesto, quello dei piccolissimi droni (<25kg);
le regole introdotte sono, a giudizio dell'interrogante, in molti casi così sproporzionate che la pratica illegale è molto diffusa. Basta vedere il rapporto tra permessi di volo ENAC e droni venduti, oppure il rapporto tra numero di operatori riconosciuti da ENAC e numero di attestati di pilota rilasciati dalle scuole;
nonostante il regolamento sui mezzi aerei a pilotaggio remoto si rivolga sia ai SAPR (sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) sia agli aeromodelli, rimane in molti casi dubbio, in particolare per i SAPR, l'aspetto relativo alla concreta capacità del regolatore di far rispettare da parte del potenziale utilizzatore le previste procedure a monte delle attività volative, vista anche la complessità di poter concepire sistemi di registrazione e banche dati comprensivi di tutte le tipologie;
se le forze dell'ordine volessero esercitare un'azione di controllo, questa è di fatto impossibile, giacché fintanto che il drone non cade non è possibile leggerne la targa, ancorché associata a qualcuno;
intervenire d'anticipo ha le sue altre difficoltà perché il pilota può sempre dichiarare di usare il drone per uso ricreazionale. Persino comminare una multa è imbarazzante per il poliziotto, perché viene applicato un prontuario di infrazioni sproporzionato, in quanto realizzato per gli aeromobili classici di ben maggiore rischio e valore;
negli Stati Uniti, ove non vi è ancora una normativa completa e strutturata, è obbligatoria la registrazione sul sito della FAA – a costo simbolico – di tutti i droni sia per uso professionale che ricreativo, quindi vi è sempre una rintracciabilità;
l'Ente nazionale per l'aviazione civile, invece, ha assunto, per prima e senza una concertazione con altri Stati, una regolamentazione opprimente per il mercato italiano, atteso che la maggiore richiesta di droni è concentrata su dispositivi volanti di pochi chilogrammi, quindi a basso rischio certamente controllabile con regole più semplici come hanno fatto, ad esempio, Spagna, Svizzera e persino in America, il Canada e gli Stati Uniti, dove un recente emendamento propone di esentare da procedure autorizzative tutti i droni fino a 2 chilogrammi, salvo registrazione e semplici regole che ne inibiscono un uso improprio e pericoloso;
a giudizio dell'interrogante, la decisione di considerare inoffensivo il drone dal peso inferiore ai 2 chilogrammi con la semplice dichiarazione del costruttore e previo accertamento da parte di ENAC, ovvero, da soggetto-autorizzato da quest'ultimo, degli aspetti progettuali e delle tecniche costruttive (si veda l'articolo n. 12, comma 1, del regolamento ENAC – emendamento 21 dicembre 2015) considerato che l'unico soggetto titolato a risolvere l'inoffensività del mezzo sia, di fatto, l'autoreferenzialità del costruttore stesso se non addirittura talvolta dell'importatore, risulta quantomeno inopportuna e superficiale;
a giudizio dell'interrogante, tutto questo rigore nella normativa è eccessivo e controproducente se, poi, la maggior parte delle operazioni di volo risulta pressoché illegale ed incontrollabile, visto e considerato che l'ENAC non ha concertato con il Ministero dell'interno, prima dell'emissione del regolamento, un prontuario delle infrazioni congruo e proporzionato;
non è stata prevista la registrazione di tutti i droni venduti, con associazione almeno al proprietario e si è preferito emettere una regolazione «a singhiozzo» e mai completa e non si è pensato invece di differire la stessa all'arrivo della regolamentazione europea impiegando, nelle more, regole semplicissime per i droni a basso rischio, con l'obbligo della registrazione generalizzata;
a tutto si aggiunge il fatto che l'Enac non ha attivato tutte quelle azioni di informazione sollecitate dalla Commissione europea e tanto necessarie alla cittadinanza ma anche ai tanti attori della filiera che spesso non appartengono al mondo dell'aviazione –:
quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo per risolvere le problematiche esposte in premesse.
(4-12244)
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