La nuova Bozza EASA sul regolamento europeo dei Droni rivoluziona la Open Category, agevola i piccoli droni e permette il pilotaggio FPV alle prime due sub-categorie
A fine agosto l'EASA ha pubblicato una nuova bozza del futuro regolamento europeo sui droni che una volta emanato dovrà essere recepito da tutti i Paesi dell' Unione. Si tratta del Prototype Commission Regulation on Unmanned Aircraft Operations che contiene numerose e significative novità rispetto alla precedente bozza pubblicata un anno fa, sempre ad agosto. Se confermata consentirà il libero utilizzo di mini droni e il loro pilotaggio in FPV, come quelli utilizzati per i selfie aerei, se avranno le caratteristiche della categoria A0.
In questo articolo ci soffermeremo sulle nuove disposizioni in bozza riguardanti la Open Category, ovvero la sottocategoria di droni (A0), giudicati inoffensivi che potranno essere utilizzati da chiunque senza bisogno di ottenere attestati e/o patentini, e quelle con un certo grado di rischio di provocare lesioni di varia entità in caso di impatto contro una persona. ( A1, A2, A3 )
La nuova Open Category EASA è composta da 4 sottocategorie:
A0
I droni rientranti in questa categoria sono giudicati inoffensivi e potranno essere utilizzati da chiunque senza bisogno di patentino e neppure di registrazione. Sono droni venduti sul mercato che non superano i 250g di peso, che rispettano la direttiva sulla sicurezza dei giocattoli 2009/48/EC e che hanno limitazioni costruttive o sistemi attivi che ne limitano l'altezza massima raggiungibile a 50m, la distanza massima di 100m dal pilota e una velocità massima di 54 km/h ( 15 m/s ) rispetto al suolo.
Questi mini droni A0 possono anche essere autocostruiti in forma privata senza dover rispettare la normativa sui giocattoli e la marchiatura CE a patto che rispettino i limiti su peso e prestazioni già indicati sopra. Inoltre, nella A0 è anche possibile autocostruire un mezzo vincolato da un cavo max 50m a patto che non abbia sistema di propulsione, non pesi più di 25 kg o che non abbia un volume superiore a 40m cubi
I mini droni A0 POTRANNO ESSERE PILOTATI IN FPV, cioè in prima persona indossando ad esempio video-occhiali, ma in questo caso dovranno essere condotti in modo da mantenere una appropriata distanza di sicurezza da persone, proprietà, autoveicoli, strade pubbliche e mezzi che occupano lo spazio aereo. Lo stesso discorso vale per l'utilizzo in modalità FOLLOW ME.
Nella futura categoria A0 potrebbe rientrare direttamente lo ZeroTech Dobby, un micro quadricottero tascabile appena uscito sul mercato che punta ai selfie aerei personali e che pesa 199g. E' già limitato elettronicamente a 50m di altezza e si pilota tramite la wi-fi di uno smartphone che notoriamente difficilmente supera i 100m di distanza ( leggi anche: ZeroTech Dobby pocket drone, recensione e prova in volo )
A1
La Sub-categoria A1 a nostro avviso è quella più appetibile per quanto riguarda lo svolgimento di lavoro aereo a mezzo droni e probabilmente sarà quella a cui mireranno i grandi produttori mondiali dopo la A0.
L' A1 ha le stesse agevolazioni operative della A0 compresa la possibilità del pilotaggio FPV con in più il grande vantaggio di poter arrivare teoricamente fino a 25kg di peso. La contropartita risiede nel fatto che il drone A1 dovrà essere registrato ( però il pilota non avrà bisogno del patentino ) ma soprattutto dovrà essere costruito in modo che in caso di impatto su persona non provochi una lesione di grado superiore a 2 della scala AIS. Come per i droni A0, l'altezza massima dovrà essere limitata a 50 metri mentre la distanza dal pilota sarà relativa al range del VLOS, il volo a vista.
Secondo le note esplicative EASA un tipico drone da 500g in caso di impatto su persona probabilmente raggiunge un livello AIS 3/4, pertanto viene naturale pensare che con lievi accorgimenti costruttivi un quadricottero da 500-600 grammi di peso potrà essere classificato A1, mentre per l'ala fissa il peso probabilmente potrà essere più alto. Per questi motivi gli attuali droni italiani da 300g potrebbero rientrare in questa categoria senza ulteriori accorgimenti a parte l'adeguamento software per limitare l'altezza massima raggiungibile, dagli attuali 150 metri ai futuri 50 metri confermando così ciò che aveva dichiarato ENAC in occasione dei concept of operation
A2
I droni di questa sottocategoria appartengono alla fascia < 25kg ma a causa del loro peso abbinato alle caratteristiche costruttive hanno un livello di pericolosità AIS 4. Anche per loro vale altezza massima 50 metri, distanza massima dal pilota quella del VLOS con in più la limitazione di dover volare ad almeno 50 metri di distanza dalle persone estranee alle operazioni. Inoltre, non potranno essere condotti in FPV. Tuttavia, permane l'assenza dell'obbligo da parte del pilota di ottenere il patentino ma c'è l'obbligo della registrazione operatore più l'identificazione elettronica.
A3
I droni A3 sono quelli che più si avvicinano ai nostri droni per le operazioni non critiche. Peso massimo fino a 25kg, livello di pericolosità AIS > 4, il pilota deve ottenere il patentino superando esami di competenza teorica e pratica ma è l'unica sub-categoria delle Open Category che permette di raggiungere i 150 metri di altezza con distanza massima orizzontale VLOS consentendo anche operazioni EVLOS con osservatore. La distanza minima dalle persone è di 20 metri, obbligo di identificazione elettronica con trasmissione dati in realtime
Tabella riepilogativa Open Category a cura di SAPRITALIA
CONCLUSIONI
La nuova bozza del regolamento europeo sui droni redatta dall' EASA offre importanti aperture per l'utilizzo dei piccolissimi droni consumer (A0) nello spazio aereo europeo. Propone regole molto interessanti anche nella categoria A1 per svolgere lavoro aereo anche se a nostro avviso è ancora troppo prudente nel porre i limiti AIS considerando che nel mondo ad oggi non risultano decessi causati dai piccoli droni civili < 25kg.
Secondo nostre valutazioni, il regolamento EASA sui droni probabilmente non entrerà in vigore prima del 2018 e c'è anche da considerare che una volta emanato dovrà essere recepito dalle varie authority nazionali, come l' ENAC che avrà anche la facoltà di "aggiustarlo" negli aspetti secondari.
Olivier Fontaine, nell'articolo di approfondimento che vi invitiamo a leggere: Droni europei ci siamo, droni in Italia sarà dura afferma che l' ICAO starebbe pensando di slegare i droni dalla definizione di areomobile o comunque di mofidicarla, eventualità che regalerebbe ai droni opportunità di sviluppo incredibili.
COMMENTI